Nasce “mizziCAP”, la mappa degli opendatari siciliani: iscriviti!
Il tema degli opendata è sicuramente in continua ascesa nelle “hit parade” delle pubbliche amministrazioni, sebbene le comunità al seguito nei territori siano ancora relegate a pochi nuclei veramente operativi, i quali provano a produrre sforzi sempre maggiori per contaminare società civile e attori della PA.
Al netto di detti nuclei, questo mosaico di civic hackers distribuito in tutto il territorio nazionale consta di diverse figure professionali che, pur non conoscendosi reciprocamente, spesso operano in ambiti e aree geografiche analoghe.
Così accade che il nucleo siciliano, muovendo da un dispersivo gruppo su facebook, decida di stilare una rubrica georefenziata di professionisti e appassionati al tema suddivisa per città, con l’obiettivo dichiarato di evidenziare “chi” e “dove“. Il tema opendata rimane ancora una nicchia; pertanto per favorire le sinergie locali è fondamentale fare rete e disporre di uno strumento di immediata consultazione per rintracciare l’opendataro della porta accanto.
Nella mappa, che abbiamo chiamato “mizziCAP“giusto per dare una connotazione fortemente regionale, sarà possibile conoscere e raggiungere facilmente i siciliani (in Sicilia e nel mondo) che vorranno mettersi realmente a disposizione della comunità sul tema, attraverso la compilazione di un semplice form.
Al momento della pubblicazione di questo post sono 21 i profili registrati, ma qualsiasi siciliano potrà aggiungersi in qualsiasi momento.
Le comunità in quanto tali hanno il dovere di esercitare pressioni sul settore pubblico, avanzare richieste e proposte alle amministrazioni locali; dunque l’occasione di questo censimento ci ha permesso di effettuare un piccolo sondaggio relativo ai dataset che vorremmo si pubblicassero da qui a breve. Data la territorialità dell’iniziativa, gran parte delle richieste ricalcano esigenze locali che ci sentiamo di poter estendere in maniera generica a tutte le realtà che si apprestano a governare il tema degli opendata.
Da una prima veloce analisi emerge chiara e manifesta la sete di dati sulle strutture di gestione comunale, quali immobili e locali dismessi o inutilizzati, nonchè dislocazione e caratteristiche di scuole e luoghi culturali. E’ evidente che questa prima indicazione pone subito al centro dell’attenzione la critica situazione di molti comuni italiani che non detengono ancora dati strutturati sul proprio patrimonio edilizio a disposizione, un enorme bacino di informazioni dal quale tanti cittadini, associazioni e imprenditori potrebbero attingere per finalizzare le proprie idee e attività. Non a caso, una delle prime richieste che questo gruppo ha avanzato ad esempio al Comune di Palermo durante l’interlocuzione per la produzione delle Linee Guida per gli open data comunali è un massiccio censimento delle categorie di dati “annidate” nell’alveare dei database comunali. La sensazione sempre più dominante è che le amministrazioni in primis non abbiano contezza del potenziale che conservano nei cassetti sotto coltre di polvere decennale.
Dalle prime indicazioni su “quali dataset vorresti veder pubblicati a breve?” emergono altre riflessioni alle quali andranno dedicati post più approfonditi in seguito. Non ci soffermeremo adesso, anche per non influenzare i nuovi utenti che popoleranno progressivamente la mappa nell’immediato futuro.