COMUNI

L’utilità bidirezionale degli open data

Di Alessia Zuppelli | 11 marzo 2015

1

3 min

Dati aperti o open data, chiamateli come volete. Ma la chiave di lettura non cambia: l’accessibilità, e soprattutto l’accessibilità a un bene comune.
Stamane a Catania l’ing. Maurizio Consoli (dirigente servizio sistemi informativi del Comune), in virtù del portale della città etnea sugli open data lanciato pochi mesi fa, ha incontrato i dirigenti comunali dei più svariati settori per invitarli a contribuire all’invio dei dati di propria competenza al fine di arricchire l’archivio dei dataset, visto che al momento se ne constatano solo 20.
Il cambiamento, forse, non è sempre facile da accettare e l’innovazione è sempre qualcosa che per certi versi può spaventare. Qualche dirigente sarà stato preoccupato, probabilmente, dal lavoro in più che dovrà svolgere. Non sarà tempo perso, anzi tutto di guadagnato. L’accessibilità al cittadino-fruitore, allo studioso, al curioso, e via dicendo, non è di carattere esclusivo. Anzi, un dato ordinato è un dato prezioso e utile anche per gli stessi addetti ai lavori, e all’amministrazione comunale. L’utilità, dunque, è bidirezionale.
Prendiamo ad esempio il dataset relativo alla composizione della popolazione residente a Catania del 2013. Premesso che il dato, non solo deve essere prezioso, ma deve essere soprattutto fashionable. In altri termini deve essere comunicato ai più. Un semplice grafico può apparire più chiaro rispetto alla fredda tabella excel.

composizione pop. fascia di età ct

La composizione della popolazione per fascia di età, così riportata, può consentire ad esempio la possibilità di intervenire concretamente in termini di welfare e politiche sociali. Analizzando la fascia di età 60-75 e più si evince chiaramente come questa fascia di popolazione risieda in particolare nella seconda circoscrizione (Ognina-Picanello). E allora ci si potrà chiedere: esistono servizi sanitari adeguati? Cosa c’è e cosa si può fare?
Discorso analogo può essere fatto per la fascia di età dove sono presenti minori in età da asilo. O ancora andando ad analizzare la composizione della popolazione per cittadinanza si potrebbe capire in quali circoscrizioni si potrebbe andare meglio ad agire riguardo politiche di integrazione. Ma il discorso non è esclusivamente politico, amministrativo, o da curioso. Nell’ultimo caso, ad esempio, potrei essere interessata ad aprire un market di cibo proveniente dallo Sri-Lanka o dal Brasile. Un’informazione del genere mi consentirebbe di orientarmi meglio nella circoscrizione ideale per farlo.
Un dato accessibile è quindi un dato utile e prezioso, e sarà ancora più affascinante se comunicato chiaramente. Un dato appetibile sia per chi lo concede che per chi ne usufruisce. Ed è per questo che anche Catania ha iniziato questo percorso, probabilmente lungo, di cultura e apertura agli open data e al web in generale. Basti pensare all’aumento degli utenti che accedono ai siti della Pubblica Amministrazione per ottenere informazioni, 29,8%. (Dati istat 2014 su “cittadini e nuove tecnologie). Ed è anche attraverso questo percorso che la sezione opendata del Comune di Catania potrà essere un’ottima vetrina e strumento proficuo di discussione online, e soprattutto offline.