Con l’Arcidiocesi di Catania dall’Osservatorio digitale, agli Open Data…a Telegram e oltre….
Di Giuseppe Cardaci | 29 gennaio 2016
0Maggio 2011, Macerata, convegno della CEI. Il titolo: Abitanti Digitali. E’ stato in quei giorni che ci siamo accorti che c’era un sentire ecclesiale diffuso e condiviso, sinergie crescenti e un patrimonio di risorse umane che si stava rafforzando.
La rete doveva aiutarci a fare un salto di qualità.
Era necessario abitare la rete da cattolici, cercando uno scambio tra le persone ponendo la giusta attenzione a tutte le dimensioni della persona e alla comunità territoriale in cui vive.
Questa era la sfida: essere creativi nello Spirito.
Abbiamo cominciato a leggere i documenti della Chiesa ( in particolare l’Istruzione “Aetatis
novae“, che definisce i mezzi della comunicazione sociale come “doni di Dio”, chiede a ogni Chiesa locale un maggiore impegno in questo settore.)
Ci adoperammo quindi per dare piena attuazione a quanto indicato, con l’Ufficio diocesano per la Pastorale Digitale, che promuove il Messaggio del Papa in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2010:
· “[…]All’interno dei grandi cambiamenti culturali le vie di comunicazione aperte dalle conquiste tecnologiche […] il Sacerdote viene a trovarsi come all’inizio di una “storia nuova”, perché, quanto più le moderne tecnologie creeranno relazioni sempre più intense e il mondo digitale amplierà i suoi confini, tanto più egli sarà chiamato a occuparsene pastoralmente, moltiplicando il proprio impegno, per porre i media al servizio della Parola. […] Una pastorale nel mondo digitale è chiamata a tener conto anche di quanti non credono, sono sfiduciati e hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche, dal momento che i nuovi mezzi consentono di entrare in contatto con credenti di ogni religione, con non credenti e persone di ogni cultura […]”
Ci trovammo ad affrontare diverse problematiche legate alla comprensione di una innovazione, di una svolta “digitale” necessaria per arrivare alla comunità intera.
Cominciamo con il sito diocesano prima, seguono i canali social (Facebook, Twitter, Flickr) insomma si parte.
Nel frattempo diamo avvio all’Osservatorio Permanente di Pastorale Digitale, con questi obiettivi:
- Monitorare il rapporto tra le Diocesi italiane ed i social media alla luce del messaggio di Papa Benedetto XVI per la 47ª “Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali”.
Pensiamo che “misurare” l’attività di pastorale digitale sia fondamentale per capire come si fa Pastorale Digitale. L”osservatorio svolge un’indagine quali-quantitativa sulle performance delle Diocesi Italiane con cadenza mensile: http://www.fanpagekarma.com/Facebook-Ranking/Diocesi-d’Italia - Monitorare le linee di tendenza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione al servizio della pastorale digitale;
- Realizzare un supporto di rete per le parrocchie;
- Fornire esempi di soluzioni adottate ed adottabili (riuso del software);
- Diffondere il software libero in ambito Diocesano e parrocchiale, open source inteso come dono;
- Promuovere l’utilizzo degli Open Data al servizio della Pastorale;
Dicembre 2015, Pedara, “Schiticchio Open Data: prendiamo coscienza della necessità di attuare a pieno la promozione degli open data dopo avere “cincischiato” pensando che forse…non si sa mai… ora vediamo…. Invece SI….E’ ORA il momento! Nasce la sezione Open Data dell’Arcidiocesi di Catania, rendendo subito “open” dati in nostro possesso, pubblicando i dati statistici ufficiali trasmessi ogni anno all’ufficio Centrale di Statistica della Chiesa presso la Segreteria di Stato Vaticana.
Ispirati dal progetto AlboPOP nasce il Bot Telegram dell’Arcidiocesi di Catania, e con esso il canale https://telegram.me/arcidiocesidicatania che mira ad informare in modo capillare circa le attività diocesane.
Una condivisione inaspettata ed imprevedibile:
Appunto…è qui che accade l’imprevedibile…dopo Pedara2015…la forza dirompente della condivisione ci porta in Open Data Sicilia. Ma anche ed in particolare a San Cipirello (PA) dove con Giuseppe Ragusa e un gruppo di “baldi giovani”(ci piace elencarli…Barbara, Gloria, Giulia, Vanessa, Epifanio, Marzia) ci siam trovati a vivere una missione comune con il loro canale https://telegram.me/comunitiamosancipirello che mira a “comunit(c)are”, cioè a creare condizioni di assoluta consapevolezza fuoriuscendo dalla famosa e quanto mai combattuta “autoreferenzialità”.
Insomma…c’è di sicuro ancora una storia tutta da scrivere!
“La rete ci aiuta a sentirci più vicini, ma bisogna recuperare lentezza e capacità di ascoltare. E scongiurare il rischio dell’isolamento e dell’esclusione” Papa Francesco